Quando in quota fa più caldo che al suolo
In meteorologia si parla di inversione termica quando avviene una inversione del normale gradiente termico, in cui la temperatura dell’aria aumenta anziché diminuire con l’altitudine. Questo fenomeno favorisce la formazione di nebbie, foschie e può avere conseguenze negative sulla dispersione dello smog.
L’inversione termica si verifica quando uno strato di aria più calda si sovrappone a uno strato di aria più fredda, formando una sorta di “cappuccio” termico.
Durante il giorno, diversi fattori, come l’inclinazione solare invernale, la breve durata del giorno e la presenza di neve riflettente (effetto albedo), impediscono ai raggi solari di riscaldare efficacemente il suolo. Di conseguenza, al calare del sole, l’aria vicino al suolo si raffredda rapidamente, risultando più fredda degli strati atmosferici superiori. Questo causa temperature più basse in pianura rispetto alle zone montane.
Nelle aree montane, al tramonto, i pendii, soprattutto quelli non esposti direttamente al sole, si raffreddano più velocemente rispetto al fondovalle più caldo. Tuttavia, l’aria fredda, più densa e pesante, si sposta verso il basso, scacciando l’aria calda che sale in quota. Questo processo genera un’inversione termica nel fondovalle, dove si verificano le temperature più basse al mattino.
L’inversione termica è una condizione metastabile, reversibile grazie all’insolazione diurna che distrugge lo strato di inversione e ripristina il normale gradiente termico negativo. Tuttavia, in alcune condizioni atmosferiche, il fenomeno può ripresentarsi con frequenza e intensità crescenti, causando un’inversione termica permanente anche durante il giorno. Questa situazione può persistere per molti giorni fino a un cambiamento definitivo nella circolazione atmosferica.
L’inversione termica può avere un impatto negativo sulla qualità dell’aria, poiché tende a intrappolare gli inquinanti nei bassi strati atmosferici. Le emissioni provenienti da fonti industriali, veicoli e altre attività umane possono rimanere confinate vicino al suolo, aumentando il rischio di inquinamento dell’aria. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle aree urbane, dove le concentrazioni di inquinanti possono accumularsi.
L’inversione termica è spesso associata alla formazione di nebbie, soprattutto in prossimità di corpi d’acqua. Durante l’inverno, quando le temperature dell’acqua sono più elevate rispetto a quelle dell’aria, l’umidità nell’aria può condensarsi formando una fitta nebbia. Questo può causare problemi di visibilità e influenzare il traffico e le attività quotidiane.
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